I 12 maggiori gruppi automobilistici

Nel mondo circolano attualmente 1 miliardo e 200 mila veicoli e si stima che nel 2035 saranno almeno 2 miliardi, soprattutto per incremento del mercato cinese. E la maggior parte di tutte queste auto sono prodotte da pochi gruppi automobilistici.

Iil settore automobilistico mondiale infatti non è quasi più costituito da costruttori indipendenti, perché le case automobilistiche americane, giapponesi e dell’Europa si aggregano per essere sempre più competitive.

Tra acquisizioni e fusioni sono 12 i maggiori produttori con diversi marchi di auto in portafoglio e una produzione di milioni di veicoli.

I gruppi automobilistici nel mondo

L’epoca pionieristica dell’industria dell’auto si è sviluppata a partire dai primi anni del ‘900 e ha visto nascere molti marchi di macchine, prima con lo sviluppo di motori benzina e diesel e oggi con le vetture elettriche e ibride.

Quando i costi hanno cominciato a incidere sul fatturato delle singole aziende automobilistiche si è assistito ad alleanze e fusioni che hanno portato alla creazione di gruppi globali.

Non si parla più solo di mercati nazionali. Ad esempio, i marchi delle auto italiane di proprietà Fiat sono confluiti nel nuovo gruppo Stellantis, che è diventato di fatto il quarto gruppo automobilistico nel mondo a produrre milioni di auto

1. Volkswagen Group

Volkswagen-Group

Il Gruppo Volkswagen è oggi il primo produttore mondiale per numero di auto vendute.
Il Gruppo detiene in Germania le marche di automobili Audi, Porsche e Volkswagen e nel corso dei decenni passati ha acquisito l’industria spagnola Seat, quella boema a marchio Skoda.

Ha inoltre in portafoglio marchi di prestigio come Bugatti, Bentley e Lamborghini, oltre ad essere proprietaria anche di industrie di veicoli pesanti e della Ducati.

  • Audi:

Appartiene a Volkswagen dal 1964 e il suo logo a cerchi rappresenta l’unione di quattro diverse case automobilistiche del passato. Il successo di Audi si deve a vetture iconiche della storia dell’automobile.

Oggi si concretizza in una gamma di vetture di eccellenza che alle berline classiche di fascia media e medio-alta, unisce SUV e coupé di lusso.

  • Bentley:

È un marchio di autovetture fondato nel 1919 in Inghilterra. Inglobato nella Rolls-Royce, ne ha seguito le vicissitudini finché anche questo gruppo non è stato smembrato: a BMW il marchio Rolls-Royce, a Volkswagen quello Bentley.

Oggi la sua gamma comprende la Bentley Continental GT, la Bentley Bentayga e la Bentley Flying Spur. Insieme, rappresentano l’apice dell’artigianato delle auto di lusso.

  • Bugatti:

Il marchio esprime da sempre l’idea di vetture sportive ed estreme, come le ha concepite Ettore Bugatti nel periodo anteguerra mondiale. Il Gruppo Volkswagen ha acquisito i diritti legati al marchio Bugatti nel 1998.

  • Lamborghini:

Nasce nel 1963 per opera di Ferruccio Lamborghini e tutte le sue auto hanno il nome di toro. Il suo nome è legato a macchine di grande successo e potenza come Miura, Espada, Jalpa, Urraco, Countach, Murcielago, Aventador e Gallardo.

Nel 1998 entra nell’orbita di Audi Ag e da qui nel gruppo tedesco.

  • Porsche:

Il mito di questo marchio nasce nel 1931 ma si afferma solo a partire dal 1951. Le sue auto sportive di lusso hanno avuto sempre uno stile molto caratteristico, una linea inconfondibile che si nota anche nei modelli attuali: la 718, la 911, la Taycan, la Panamera, la Macan e la Cayenne.

  • Seat:

Si tratta di un marchio automobilistico spagnolo fondato nel 1950 con l’obiettivo di motorizzare la Spagna nel dopoguerra.

Ha prodotto su licenza Fiat auto derivate dai modelli italiani come la 600, la 124 e la Panda (in Spagna chiamata Marbella). Dal 1986 è di proprietà del Gruppo Volkswagen.

  • Cupra:

Cupra ha rappresentato sempre l’anima sportiva di Seat. Il brand sintetizza un look moderno con prestazioni sportive, in particolare per all’elettrificazione.

Esordisce come marchio indipendente nel 2018 e comprende oggi i modelli Formentor, Leon, Leon Sportstourer, Ateca e la nuova Born 100% elettrica.

  • Skoda:

Marchio storico boemo, è letteralmente rinato nel 1991 con l’ingresso nel Gruppo VW.

L’acquisizione di Volkswagen ha ridefinito gli standard in ambito di produzione portando il brand ad essere appetibile a livello europeo, con modelli diversificati dalle citycar alle berline ai SUV derivati dai modelli VW ma a prezzi più abbordabili.

  • Volkswagen:

Nasce come vettura del popolo (Volk=popolo – Wagen=auto), per soddisfare la mobilità della Germania, quando a quell’epoca (anni ’30) le auto erano destinate a un pubblico d’élite.

Il modello progettato da Ferdinand Porsche era un’auto con motore posteriore, raffreddato ad aria, dalla carrozzeria aerodinamica e parafanghi arrotondati che nel dopo guerra avrebbe reso il Maggiolino famoso in tutto il mondo.

La sua produzione è terminata in Germania nel 1978, quando la catena di montaggio è stata sostituita con quella della Golf, che ha aperto la strada al gruppo per diventare leader in quel segmento.

Numerosi sono i modelli prodotti in più di 70 anni di storia, dalle utilitarie come la Polo, la Golf e la Passat fino ai nuovi modelli con propulsori ibridi ed elettrici di oggi.


2. Gruppo Toyota

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Toyota nasce ufficialmente in Giappone nel 1933, quando la Toyoda Automatic Loom – produttrice di telai per tessitura – apre alla produzione di automobili. Diventa un marchio indipendente nel 1937 e nel 1950 inizia ad affermarsi con un fuoristrada antenato della famiglia dei Land Cruiser.

Negli anni ’60 arriva il boom, con l’apertura al mercato europeo e con stabilimenti fuori dal Giappone. Diventa un punto di riferimento per la produzione flessibile: il suo metodo si basa su un approccio a piccoli passi per eliminare gli sprechi e standardizzare la produzione.

  • Daihatsu:

È un marchio di auto giapponese dalla lunga storia, fondato nel 1907. È di proprietà di Toyota dal 1967 ma gode di una certa autonomia e oggi si propone nel settore delle compatte.

La sua gamma include auto piccole, minicar, minivan nonché SUV come la Terios.

  • Lexus:

Si tratta del luxury brand di Toyota e le sue auto sono considerate tra le più affidabili al mondo.
La sua storia inizia nel 1989, quando viene creata per competere con i grandi marchi di lusso tedeschi, inglesi e americani.

Dal 2013 propone solo modelli ibridi, una scelta che consolida l’immagine di esclusività del marchio. La proposta comprende berline di lusso, modelli SUV e sportivi.

  • Toyota:
    Marchio leader in Giappone, ha stabilimenti in tutto il mondo per produrre o assemblare i veicoli destinati ai mercati globali. La sua strategia commerciale in questi ultimi decenni è incentrata alla diffusione delle vetture ibride.

Ha così aumentato notevolmente i propri volumi, confermando la sua autorevolezza in questo comparto.

  • Subaru:

Anche se non è un brand di Toyota, appartiene alla sua galassia in virtù di uno scambio di azioni e di diritto di voto nei rispettivi Consigli, che per Toyota significa arrivare fino al 20%.

Quest’ultima trova vantaggio nella tecnologia di trazione integrale che da sempre caratterizza il marchio delle Pleiadi e del suo motore boxer. Subaru utilizza il motore full hybrid di Toyota in molti dei suoi modelli.


3. Renault Nissan Alliance

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Il modello usato da Renault e Nissan per competere nel mercato globale non porta alla fusione e alla creazione di un’unica società ma si sviluppa come Alleanza. I marchi principali – Renault, Nissan e Mitsubishi – razionalizzano così i rispettivi piani aziendali per una visione più efficiente.

Passate le fratture seguite all’arresto dell’ex numero uno Carlos Ghosn, l’Alleanza riparte nel segno dell’integrazione delle piattaforme per ridurre i costi.

Ha rivisto il posizionamento dei marchi: Renault si concentra sul mercato europeo, Nissan su quello cinese e nord americano, mentre Mitsubishi rafforza la sua posizione nel Medio Oriente e nel Sud Est Asiatico

  • Alpine:

Alpine sta a Renault come Abarth sta alla Fiat. Basata da sempre sulla meccanica Renault, Alpine sviluppa da sempre vetturette da corsa. Il rilancio del marchio è culminato quest’anno con l’impegno in F1.

  • Dacia:

La storia di Dacia è abbastanza recente, voluta dal regime socialista di Romania per avviare una produzione nazionale su licenza.

La spuntò Renault che propose i suoi modelli 10 e 12 (e poi la 8 per ragioni di tempistica) per la costruzione su licenza di analoghi veicoli, trasferendo in Romania le sue vecchie linee di montaggio. In seguito è divenuta proprietaria del marchio.

  • Datsun:

Il marchio Datsun è stato ripreso più volte da Nissan e più volte chiuso. È stato utilizzato agli inizi degli anni ’70 per il lancio al di fuori del Giappone della 240Z.

In seguito è stato ripreso nel 2013 su vetture entry level per il mercato del sud est asiatico e dei paesi emergenti.  Per via della crisi recente è stato nuovamente ritirato dal mercato.

  • Infiniti:

Il marchio Infiniti è il luxury brand con cui Nissan ha debuttato nel Nord America, per poi espandersi nel resto del mondo. Da sempre i suoi veicoli di serie hanno un equipaggiamento e delle finiture superiori alla media ma a prezzi competitivi.

Infiniti Europe ha cessato le proprie attività commerciali in Europa nel 2020 ma continua a erogare servizi di assistenza, manutenzione e riparazione in garanzia.

  • Lada:

Il marchio Lada-Autovaz ha origine nel 1964, quando il governo sovietico decise di realizzare una fabbrica nella città di Togliatti. La costruzione è stata affidata alla Fiat che ha concesso anche la licenza per realizzare una versione russa della sua 124.

Nel 2008 la Autovaz ha visto una partecipazione azionaria di Renault per il 25% che è poi salita a circa il 70% decretando di fatto la conglomerazione nel gruppo francese. Oggi con il marchio Lada vengono commercializzati veicoli Dacia in versione russa.

  • Mitsubishi:

Nome storico giapponese, ha sempre avuto la vocazione di esportare prima in America e poi in Europa. Nel 1980 ha presentato il Pajero, un modello off-road con trazione 4×4 carrozzato da Pininfarina, divenuto nel tempo icona di stile.

Con l’ingresso nell’alleanza Nissan-Renault la produzione si è orientata al sud est asiatico, lasciando le vendite in Europa.

  • Nissan:

Rappresenta il marchio più diffuso tra quelli di proprietà di Nissan Motor Company. Ha introdotto il concetto di SUV e di crossover, rendendolo un segmento maturo.

Attualmente la gamma punta su tre pilastri: le crossover, le auto elettriche e i sistemi di assistenza alla guida in collaborazione con altri marchi.

  • Renault:

La casa francese della Losanga nasce più di cent’anni fa, anche se non si ricordano veicoli particolarmente attraenti. La fabbrica è stata nazionalizzata nel 1946 (tuttora il Governo francese mantiene una partecipazione di minoranza) e negli anni ’60 il lancio della R4 la consacra tra i grandi produttori.

Seguono la R5 e poi la Espace, che introduce il concetto di monovolume. Altrettanto successo hanno avuto la Clio erede della R5 e oggi la Captur e la Kadjar (realizzata sulla base della Nissan Qashqai).

  • Samsung:

Attualmente è il terzo produttore coreano, dove si è imposto come marchio di lusso. Dal 2000 Renault detiene una quota dell’80% in Samsung Motors, che trae forza dalla gestione di stile francese unita all’esperienza high-tech di Samsung.


4. Stellantis

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È la più recente fusione tra gruppi automobilistici e unisce in un’alleanza paritetica gli eredi di due grandi industriali pionieri dell’automobile: la famiglia Agnelli per parte FCA e la famiglia Peugeot per parte PSA.

FCA ha in portafoglio i marchi italiani di Fiat e quelli americani di Chrisler; PSA porta in dote i marchi francesi di Peugeot e Citroën, a cui si è aggiunto Opel/Vauxhall.

  • Peugeot:

Ha una storia di famiglia di più di 200 anni. È stata infatti fondata nel 1810 diversificandosi tra produzione di macchine per tessitura e metallurgia, passando poi per le biciclette per arrivare alla prima auto nel 1893.

Il suo nome è legato anche a corse e rally, come la Dakar e Le Mans. Nel 1974 ha acquisito la Citroën salvandola dal fallimento.

  • Citroën:

La sua è una storia di audacia e innovazione, grazie allo spirito innovativo di André Citroën e al genio dell’italiano Flaminio Bertoni. Come non citare la Traction Avant, la DS (che ha introdotto le sospensioni idropneumatiche), la Ami 6 e soprattutto la 2CV.

Le nuove Citroënnascono con lo stesso spirito e hanno dato vita nel 2014 a un marchio autonomo come DS Auto.

  • Opel / Vauxhall:

Nasce tedesca nel 1862 come azienda di macchine da cucire, che si concentra poi nella produzione di autoveicoli all’inizio del XX secolo dopo un’iniziale collaborazione con la francese Darracq. Ha sempre avuto radici popolari, introducendo in Germania la catena di montaggio per ridurre i costi.

Già nel 1929 entra in orbita General Motors a cui vende una quota dell’80%. Il presente a seguito della crisi di General Motors la vede nel pacchetto Peugeot. In Inghilterra è sempre stata commercializzata con il marchio Vauxhall.

  • Fiat:

Fiat fondata a Torino è sempre stata di proprietà della famiglia Agnelli e ha guidato l’Italia nella sua storia di mobilità globale. In oltre 120 anni sono numerosi i modelli che possono essere citati e nel tempo l’azienda è cresciuta tra fusioni con altri marchi e acquisizioni.

Della sua galassia fanno parte oggi i marchi Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Abarth e Maserati (detiene anche la Ferrari che però rimane autonoma rispetto al nuovo gruppo Stellantis).

  • Alfa Romeo:

Sinonimo di successo nelle corse, di velocità e glorie sportive, è stata nazionalizzata in seguito a problemi finanziari.

Rimane di proprietà dello Stato (IRI) fino al 1986, quando viene venduta alla Fiat. Oggi i modelli della casa del Biscione (dalle origini milanesi) sfruttano la sinergia con Maserati.

  • Lancia:

Ha sempre basato la sua filosofia produttiva sulla qualità, distinguendosi per le soluzioni tecniche adottate e lo stile. Introduce prima al mondo la scocca portante e le sospensioni indipendenti all’avantreno. I migliori designer italiani ne disegnano le forme.

Oggi il suo futuro è incerto: dopo aver mutuato alcuni modelli da Chrisler, il solo brand Lancia sul mercato è la Y.

  • Abarth:

Prende il nome del suo fondatore ed è conosciuto come il marchio dello Scorpione, adottato nel suo stemma.

Si contraddistingue per l’elaborazione dei motori con cui vince nelle corse minori e stabilisce record mondiali di velocità in diverse categorie. Viene rilanciato come marchio a sé da Fiat nel 2007, usato per la versione sportiva delle sue auto.

  • Maserati:

La sua storia è costellata di ottime vetture, dedicata principalmente alle corse simbolo delle supercar made in Italy.

Passata dai Maserati ad Adolfo Orsi, è stata poi venduta alla Citroën (iconica per stile e motore la Citroën Maserati SM del 1971) e rilanciata da De Tomaso con la Quattroporte e la Biturbo.

Entra in orbita Fiat nel 1993. Oggi produce vetture granturismo sfruttando le sinergie con Alfa Romeo e Ferrari.

  • Chrisler:

Quella di Chrisler è una storia che parte da lontano, nel 1925. È diventato un importante gruppo con marchi oggi abbandonati come Plymouth e DeSoto.

Rinasce nel 2009, quando Fiat acquista una quota di minoranza della casa ormai fallita e nel 2014 dà vita a FCA. Tra i modelli in produzione attualmente ci sono la berlina 300 e la Voyager.

  • Jeep:

Jeep è il marchio di macchine iconico della Willis, il mezzo anfibio in uso alle forze americane nella seconda guerra mondiale.

Ha subito diversi cambi di proprietà, finché è entrato a far parte di Chrisler nel 1987 e da qui in FCA, che ne ha incrementato le vendite grazie a modelli come la Jeep Wrangler, Cherokee, Compass, Grand Cherokee e la Renegade prodotta in Italia.

  • Dodge:

Marchio statunitense, è entrato già nel 1927 nella galassia Chrisler. Si caratterizza per i suoi modelli definiti come “muscle car” come la Charger, la Challenger o la Viper. Oggi ha assunto più una caratteristica da SUV compatta adatta alle famiglie con modelli come Durango, Nitro e Caliber.

  • RAM:

Il marchio RAM è specializzato nella produzione di pick-up e veicoli commerciali (che prima erano venduti come Dodge Trucks, facendone un marchio a sé), con motorizzazioni esagerate che tanto piacciono in America e in Messico. Si è imposto per stile ed affidabilità.


5. General Motors

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GM ha vissuto gli anni della crisi dell’auto in America che hanno portato all’acquisizione di Chrisler da parte di Fiat.

Sono lontani i tempi in cui da Detroit dominava il mercato dell’auto mondiale: ha ceduto tutte le attività in Europa, lasciando il brand Opel/Vauxhall al gruppo francese PSA, mentre il marchio svedese Saab è stato chiuso per mancanza di acquirenti.

  • Baojuin:

Il marchio è stato creato per il mercato cinese sulla base di una joint-venture tra GM e Wuling, come alternativa più economica rispetto ai marchi GM già importati in Cina come Chevrolet e Buick.

  • Buick:

È un marchio storico del mercato statunitense già entrato a far parte di GM nel 1908. Si è sempre distinto per la produzione di auto di alta gamma, secondo solo a Cadillac.

  • Cadillac:

Simbolo dell’auto di lusso americana, offre soluzioni d’avanguardia nelle dotazioni, come la standardizzazione dei componenti per la produzione di serie.

È entrata ufficialmente in Europa in questi ultimi decenni, con modelli come la SRX e la Escalade. Ad oggi in Italia viene venduto il crossover XT4. 

  • Chevrolet:

Il marchio viene utilizzato da GM in modo diverso a seconda dei mercati in cui è presente. Se in America produce i modelli iconici come la Corvette e la Camaro, con lo stesso marchio ha trattato gli ex modelli coreani della Daewoo commercializzati in Europa (Matiz, lacetti, Cruze, Captiva).

Gli stessi modelli ex Daewoo sono stati venduti in Oceania con il marchio Holden.


6. Hyundai Motor

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Nel 1998 Hyundai acquisisce la rivale Kia, in crisi economica. Da allora Kia è diventata uno dei poli produttivi di auto più in ascesa, che ha saputo radicarsi in Europa definendo un proprio stile.

È l’unico grande gruppo automobilistico che produce da sé l’acciaio per le proprie scocche.

  • Hyundai:

Fondata nel 1947, ha ampliato solo nel 1967 la sua attività nel settore auto. Inizialmente ha prodotto auto su licenza Ford, poi nel 1975 ha presentato la Pony, la prima citycar di successo motorizzata Mitsubishi su disegno di Giugiaro.

Oggi si distingue per la particolare qualità dei suoi modelli che sono proposti per tutti i segmenti di mercato, dalle city car ai SUV.

  • Genesis:

Pensato in un primo tempo per il mercato americano, è il marchio premium di Hyundai. Un primo approccio con l’Europa non era andato molto bene ma ora cerca il rilancio con una gamma di modelli esclusivi per competere ad armi pari con Audi, Mercedes-Benz e BMW.

  • Kia:

Kia costruisce la prima auto nel 1970 su licenza Fiat, provvedendo al montaggio della 124. In Italia ha fatto il suo debutto prima del 2000 con una gamma completa di monovolume e SUV.

L’attuale produzione di auto conta molto sulle motorizzazioni elettrificate e hybrid, tecnologia che condivide con la consociata Hyundai.


7. Ford Group

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È stato il primo Gruppo a fare una produzione destinata a un pubblico di massa, grazie all’introduzione della catena di montaggio che abbatteva i costi.

È il solo gruppo americano composto da due brand: Ford che opera in tutto il mondo è ha stabilimenti anche in Europa, e Lincoln, marchio premium distribuito solo in Nord America.

Nel mondo è sinonimo di vetture solide, affidabili e a buon mercato anche se non mancano modelli con design ricercato grazie ai centri di ricerca di proprietà come Ghia e Vignale.

  • Ford:

È sempre stato un brand dinamico a partire dal modello T lanciato nel 1908. Si è subito fatto apprezzare per le sue vetture facili da guidare e accessibili a tutti (come recitava il motto “fordista”), senza dimenticare nel corso degli anni modelli a vocazione sportiva come la Mustang e la GT40 che vinse a Le Mans.

In epoche recenti successi planetari sono stati raggiunti da Escort e Fiesta, alla settima generazione e anche con motori ibridi.

  • Lincoln:

È il marchio luxury di Ford come Cadillac lo è per GM. È sempre stato in brand di lusso destinato alle élite, con dotazioni di serie quando per altri erano solo optional.


8. Honda Motor

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Honda è uno dei pochi grandi gruppi d’automobili attivo anche nella produzione motociclistica. Opera con i marchi Honda e Acura, che è un brand premium particolarmente apprezzato in Nord America.

Si colloca a livello globale tra i principali gruppi mondiali, all’ottavo posto nelle vendite.


9. Daimler Mercedes

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Daimler è la holding che controlla la Mercedes-Benz e la divisione dei mezzi pesanti come Daimler Truck. Si colloca tra i maggiori produttori di auto premium

  • Mercedes-Benz:

Mercedes ha sempre rappresentato la perfezione tedesca a quattro ruote, declinata anche a livello sportivo.

Se i modelli di Classe A, B e in parte C sono declinati per un pubblico esigente ma di classe media, a partire dalla classe E ma soprattutto dalla S ci si pone nell’ottica di offrire un prodotto raffinato, elegante e confortevole. La collaborazione con l’atelier AMG porta a produrre vetture da sogno con prestazioni sportive inedite.

  • Smart:

Frutto dell’alleanza tra il marchio di orologi Swatch e Mercedes-Benz, il marchio è destinato alla produzione di una city car di nuova concezione per un pubblico giovane.

Dopo alterne vicende è proposto nelle versioni Fortwo e Forfour e dal 2019 è equipaggiato solo con motori elettrici.


10. Gruppo BMW

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Il gruppo bavarese è diventato un marchio di produzione globale da quando ha acquisito i marchi britannici di Mini e Rolls Royce. Ha così incrementato le vendite a livello mondiale, ponendosi tra i primi dieci gruppi.

  • BMW:

Marchio poliedrico, affianca alla produzione di auto anche quella di moto equipaggiate dal classico motore boxer. Dopo la guerra mondiale ha rischiato di fallire ma è stato ripreso dalla famiglia Qandt che ne è diventata proprietaria e l’ha rilanciata.

Nel corso degli anni si è distinta per una meccanica affidabile, il design ricercato e le elevate prestazioni.

  • Mini:

È stata un’icona dello stile british disegnata da Alex Issigonis, ma da quando è diventata parte del gruppo BMW ha assunto caratteristiche ben diverse e più marcate diventando una oversize rispetto alla vettura di cui prendeva il nome. Da quando è in mano BMW sono state prodotte già tre generazioni di auto declinate in diverse varianti, tutte di successo.

  • Rolls-Royce:

Per la Rolls-Royce vale lo stesso discorso della Bentley, posseduta per anni, come la vettura di lusso che ha arricchito le collezioni degli uomini più facoltosi al mondo, compresa la casa reale britannica.

Alla fine degli anni ’90 è passata al gruppo BMW, che ha ceduto Bentley ai rivali di Wolfsburg.


11. Gruppo Geely Volvo

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Attivo dal 1997 nella produzione di vetture, il Gruppo cinese inizia nel 2010 inizia una politica aggressiva di acquisizioni che in poco tempo la porta a rilevare dalla Ford il gruppo svedese Volvo.

Rileva quindi la London Taxi Company che produce i classici taxi londinesi, proponendone la conversione in modelli elettrici. Infine acquisisce la malese Proton e si ritrova la partecipazione di maggioranza della Lotus.

Entra anche nel capitale della Daimler che controlla il marchio Mercedes, con una quota di poco inferiore al 10%.

  • Geely:

Il marchio Geely inizia la produzione di auto in Cina basandosi sull’acquisizione di know out di altre società. Inizialmente propone cloni, copiando quasi interamente modelli europei come la Mercedes classe C.

Questo porta a un contenzioso con la casa della stella a tre punte, tuttavia 12 anni dopo ne diventa azionista acquisendo il 9,7% di azioni Daimler. Con la stessa Mercedes dà vita a una alleanza per equipaggiare la Smart solo con motori elettrici.

  • Lotus:

Fin dalle origini è sempre stata una marca di vetturette sportive ma leggere, in grado di fornire prestazioni eccezionali anche con motori piccoli (e quindi più gestibili e meno costosi).

A seguito della morte del fondatore nel 1982 è passata più volte di mano approdando infine nel gruppo Geely. Nel piano dei cinesi c’è una rivisitazione della gamma puntando a una completa elettrificazione dei motori.

  • Volvo:

Era già stata acquisita da Ford nel 1999, ma a causa della crisi del produttore americano viene venduta nel 2010 a Geely. Quest’ultima le offre abbastanza autonomia gestionale da permettere alla casa svedese di rinnovarsi completamente.

Punta molto ai SUV e diventa un brand concorrente di marchi premium come Audi e Mercedes.


12. Gruppo Tata

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Inizialmente è produttore di auto per il mercato indiano, nel quale detiene quote enormi. Ha contribuito a svecchiare il parco motori circolante costituito dal 1964 fin quasi al 2000 da auto costruite su licenza Fiat come la Padmini (derivante dalla Fiat 1100).

Nel 2008 ha acquisito da Ford prestigiosi marchi come Jaguar e Land Rover.

  • Tata:

Tata Motors è il maggior produttore automobilistico indiano. È leader in tutti i segmenti dei veicoli commerciali e tra i primi nel segmento delle autovetture passeggeri, dove primeggia sia nelle compatte con la Tata Nano che nelle medie e plurifunzionali.

Ha avviato una joint venture con Fiat per la produzione di vetture Fiat e Tata, oltre che di propulsori Fiat.

  • Jaguar:

Di origine inglese, il brand ha sempre abbinato lusso a sportività. Forte negli anni ’50 e ’60, ha poi conosciuto un declino che l’ha portata negli anni Ottanta a un passo dalla chiusura. Nel 1990 viene acquistata dalla Ford che introduce pianali derivanti dai suoi modelli che non trovano consensi dai puristi del marchio.

Ci vuole un ulteriore passaggio nel 2008 al gruppo Tata perché la gamma si rinnovi: c’è un’impostazione stilistica differente e lascia spazio anche ai moderni SUV molto richiesti come la F-Pace e la E-Pace con motori ibridi.

  • Land Rover:

Land Rover è stata una icona dello stile british in fatto di fuoristrada, nata per fare concorrenza all’americana Jeep. Tuttavia al pari della Jaguar finisce nazionalizzata anche se ciò non ha impedito la nascita della Range Rover, un brand per i fuoristrada di lusso che avrà vita propria.

Ceduta prima a BMW e poi a Ford, occorre attendere l’arrivo di Tata perché i modelli si rinnovino con un forte impatto estetico e finiture accurate pur mantenendo doti fuoristradistiche d’eccellenza.

Giuseppe Pastori

Tecnologo alimentare, è attento alle innovazioni tecnologiche e alle applicazioni di tutto ciò che ruota intorno al mondo del food per professione e alle quattro ruote per passione.