Quanto costa ricaricare auto elettrica a casa

Quando si parla di un’auto elettrica gli aspetti più rilevanti sono quelli relativi ai costi di ricarica.

Vengono considerati in genere prima dei temi ambientali e delle emissioni zero, degli incentivi per la rottamazione del vecchio veicolo, dell’annullamento della tassa di circolazione o dell’accesso alle ZTL.

Quanto costa ricaricare auto elettrica a casa?

E quanto costa alle colonnine di ricarica elettrica pubbliche o private?

Quanto costa la ricarica dell’auto elettrica a casa?

Anche se ci sono già modelli di auto elettriche in grado di avere una buona autonomia, chi compra in questo momento una macchina elettrica lo fa per usarla in città.

Inoltre, dispone di una struttura idonea per la ricarica elettrica  a casa o è facilitato nel servirsi di stazioni di ricarica pubbliche, anche se queste hanno un costo medio di ricarica generalmente più elevato.

È anche possibile ricaricare l’auto elettrica con una normale presa schuko senza modificare l’impianto domestico, ma tempi di ricarica sono molto lunghi.

Quindi in questo momento è necessario avere un impianto privato con potenza impegnata adeguata, in grado di produrre dell’energia elettrica a costo zero, salvo i costi di ammortamento di un’installazione fotovoltaica di almeno 6 kW o più.

Qui di seguito ti presentiamo quanto costa la ricarica dell’auto elettrica a casa:

L’incidenza dei costi sul portafogli domestico

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La mobilità elettrica continuerà a crescere, soprattutto grazie alla spinta politica ad ogni livello, da quella internazionale a quelle locali, nonostante ci si ponga il problema di come smaltire le batterie a fine ciclo e dei costi di ammortamento di un impianto per la produzione di energia pulita.

Il risparmio in termini di costi per la ricarica dell’auto elettrica, soprattutto domestica, rispetto ad altre fonti energetiche è già tangibile adesso e sarà sempre conveniente anche se il costo dell’energia elettrica dovesse aumentare (ma aumentano anche quelli dei carburanti inquinanti).

Si potrà beneficiare dei progressi nel campo della produzione delle batterie per macchina elettriche che con il tempo diventeranno sempre più piccole, capaci e meno costose.

La questione è capire esattamente quanto costa ricaricare la propria auto a casa in funzione del costo medio al kWh soprattutto se il prezzo dell’energia aumenta.

La ricarica è sempre una questione spinosa quando si acquista un’auto elettrica, perché ci si chiede dove ricaricare l’auto elettrica a fronte di un numero di colonnine di ricarica auto elettriche pubbliche ancora limitata.

Ma i potenziali clienti si interrogano anche sul prezzo dell’operazione, che può variare a seconda delle esigenze e delle soluzioni adottate.

Consumi, un dato imprescindibile

Il costo diretto dell’utilizzo di un’auto elettrica viene calcolato in base al consumo. Perché se l’attenzione è più focalizzata sull’autonomia, è l’appetito dell’auto che cambierà il budget energetico mensile del proprio portafoglio.

Nessun segreto, dunque: l’auto elettrica su questo punto è perfettamente simile all’auto termica.

Solo che invece di esprimere il consumo in l/100 km, l’auto elettrica esprime il suo consumo in kWh/100 km (e il costo in euro kWh).

  • Stima del consumo:

I consumi cambiano a seconda delle tecnologie utilizzate, delle dimensioni e del peso del veicolo, dei tipi di strade percorse o dello stile di guida, di quanto dura la batteria della macchina.

Non sorprende quindi vedere che un SUV elettrico è molto più efficiente dal punto di vista energetico (di sfruttamento dei kW di potenza) rispetto a una city car elettrica, anche se il costo di utilizzo diretto del SUV sarà quasi il doppio di quello di una city car.

  • Soluzioni di ricarica:

Anche se il prezzo di un pieno così come il costo di utilizzo sono facilmente quantificabili con i motori a scoppio, le auto pulite hanno tante soluzioni di ricarica, in casa o fuori, con prezzi particolarmente variabili.

Perciò sapere quanto costa la corrente al kW può essere utile (ma non fondamentale).

  • Ricarica domestica:

Tutto ciò è evidente se si sceglie una soluzione casalinga di maggiore potenza rispetto ad un impianto tradizionale da 3 kW (da 4,5 kW a 6 kW o anche più potente) che richiede un’evoluzione dell’abbonamento oltre che del prezzo dell’energia elettrica.

Varia anche se la ricarica viene effettuata nelle ore di punta o in ore non di punta (chi ha la  ricarica domestica è bene che ricarichi di notte quando la tariffa è più bassa): il prezzo della ricarica dipenderà quindi dall’impianto scelto e dall’abbonamento sottoscritto. 

Vanno aggiunti anche i costi fissi da detrarre all’opzione della ricarica, come il prezzo dell’abbonamento, ma anche quello dell’installazione di una Wallbox (che permette di ricaricare più velocemente) e dei vari interventi di un elettricista.

E, per andare davvero oltre nella precisione, sarebbe opportuno calcolare l’efficienza di ricarica calcolando le perdite di energia tra il contatore e quella effettivamente erogata in batteria affinché sia ​​utilizzabile: più la potenza è debole più la resa energetica può diminuire, aumentando di conseguenza la durata della ricarica.

I rincari a trimestre

Per chi si affida alla rete elettrica nazionale i prezzi dell’energia possono variare in funzione della domanda e delle quotazioni delle materie prime.

Nel caso dell’Italia (e di molti altri paesi europei) la ripresa delle economie dopo i ribassi dovuti alla pandemia Covid ha comportato un forte aumento della domanda di materie prime le cui quotazioni sono in crescita da inizio d’anno.

Inoltre per le politiche di tutela ambientale messe in atto dalle politiche comunitarie per il contenimento delle emissioni nocive dei gas serra, sono aumentati anche i prezzi dei permessi di emissione di CO2.

  • Gli aumenti:

I rincari per la bolletta dell’energia elettrica nel terzo trimestre del 2021 si sono attestati a un +9,9% (fonte: Autorità di Regolazione per Energia Reti Ambiente), con ulteriori aumenti nell’ultimo trimestre.

La spesa annuale del 2021 comporta quindi una variazione del 30% rispetto al 2020, calcolando gli effetti finali degli incrementi in bolletta.

  • L’intervento governativo:

Il Governo è intervenuto più volte con dei decreti volti a ridurre l’impatto del costo delle bollette.

Il decreto legge n. 130/2021 contiene misure urgenti per contenere gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas.

Senza questo effetto calmierante l’incidenza dell’aumento del costo dell’energia elettrica in bolletta sarebbe stato di molto superiore al 45%.

Aumenti sono tuttavia previsti anche nel corso del 2022.

Come leggere la bolletta luce

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Per gestire al meglio i costi della bolletta è sempre bene saperla leggere in modo corretto: non solo per conoscere i consumi effettivi, ma anche per sapere quali sono i consumi fatturati e il prezzo dell’energia in base al proprio fornitore e all’unità di misura dell’utenza.

La struttura della bolletta energetica è definita in base a specifici parametri disposti da ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti Ambiente che ha stabilito degli standard per l’emissione del documento.
La bolletta della luce si compone infatti di svariate voci relative alle componenti che incidono sull’importo totale.

Tali voci si possono dividere in quattro gruppi fondamentali.

  • Spesa per la materia energia:

È costituita da una quota fissa indipendente dai consumi e da una quota variabile in relazione al consumo e alla tariffa energetica.

  • Spesa per il trasporto e la gestione del contatore:

È legata al trasporto di energia, soggetta a tariffe stabilite dall’Autorità garante per l’energia elettrica, gas e sistema idrico.

  • Spesa per oneri di sistema:

Si riferisce ai costi relativi ad attività di interesse generale del sistema elettrico e fondamentali per mantenerlo in piena efficienza. Questi costi sono stabiliti trimestralmente dall’Autorità e non soggetti dunque a variazioni in base al fornitore.

  • Imposte:

Vengono stabilite dalle leggi statali, come quelle che includono IVA, accise e canone RAI.

Differenze tra mercato tutelato e mercato libero

Chi è vincolato al mercato dell’energia domestica oggi può scegliere tra due soluzioni: restare nel mercato tutelato o aderire al mercato libero.

  • Mercato tutelato:

Il servizio di maggior tutela dell’energia è la condizione in cui i consumatori hanno accesso all’energia alle condizioni economiche e contrattuali fissate dall’autorità per l’energia e quindi sotto il controllo dello Stato.

Di fatto è la condizione che garantisce, contratti energetici in cui il prezzo dell’energia è calibrato trimestralmente da ARERA in base all’oscillazione del valore delle materie prime sul mercato.

In teoria come dice il nome il mercato tutelato dovrebbe venire incontro a chi ha meno possibilità economiche perché garantisce prezzi equi ma gli aumenti in bolletta comportano comunque un aggravio dei costi.

Tuttavia entro il 1 gennaio 2023 il mercato tutelato verrà chiuso e tutti dovranno optare per un operatore del mercato libero.

  • Mercato libero:

Il mercato libero è completamente svincolato dal monopolio dello Stato.

Sono le singole aziende di fornitura a stabilire con quali prezzi proporsi ai consumatori. Il principio applicato è dunque quello della concorrenza, che consente la formulazione libera di offerte sempre più vantaggiose per convincere i clienti a sottoscrivere i contratti.

L’ente che si occupa dei controlli in questo caso è l’Antitrust. La differenza tra mercato libero e maggior tutela non si esaurisce solo nella modalità di determinazione dei prezzi, ma riguarda anche le offerte.

In particolare, per la varietà e la quantità di offerte disponibili, il mercato libero vince di gran lunga sul mercato tutelato. Vi è la possibilità di concordare contrattualmente con il gestore della rete un prezzo bloccato per tutto l’anno (o più anni).

In realtà le variazioni tra mercato libero e tutelato sono minime perché il costo variabile è solo quello della materia energia, mentre tutti gli altri costi di trasporto e di sistema sono uguali per tutti.

Il fotovoltaico per ricaricare l’auto in casa

Per ovviare al problema dell’aumento dei costi dell’energia, chi desidera acquistare un’auto elettrica, può oggi scegliere di investire nel miglioramento energetico della propria abitazione installando un impianto fotovoltaico.

L’obiettivo del fotovoltaico è quello di aumentare l’autoconsumo evitando di prelevare energia dalla rete.

Ricaricare un’auto elettrica sfruttando l’energia solare ti aiuta a raggiungere questo obiettivo. In questo caso il rendimento economico del tuo fotovoltaico aumenta considerevolmente.

Oggi si possono sfruttare gli incentivi legati ai superbonus per il recupero energetico e in base alle diverse soluzioni si possono detrarre dalle tasse in 10 o 5 anni i costi di installazione al 65 o al 110%, a seconda delle diverse specifiche.

Conclusioni

È evidente che in teoria tutti gli utenti possono avere e gestire una macchina elettrica, tuttavia considerando il costo di un’auto elettrica nuova (e oggi il costo della batteria si paga per intero) non tutti se la possono permettere, anche prendendo in considerazione gli incentivi.

Un’altra variabile non di poco conto riguarda i costi di ricarica. Considerando l’aumento dei prezzi della materia prima, chi ha un contratto di utenza domestica con qualunque gestore sia del mercato tutelato che del mercato libero, si trova a dover subire gli aumenti dei costi dell’energia.

Tuttavia chi ha la possibilità di fare investimenti nell’autoproduzione dell’energia mediante l’installazione di un impianto fotovoltaico potrebbe avere un costo zero nella ricarica domestica. E considerando gli incentivi statali sotto forma di superbonus, chi ne ha la possibilità e vuole accedere alla mobilità a emissione zero, è giusto che ci faccia un pensierino.


Fonti:

Giuseppe Pastori

Tecnologo alimentare, è attento alle innovazioni tecnologiche e alle applicazioni di tutto ciò che ruota intorno al mondo del food per professione e alle quattro ruote per passione.